1991
VHS b/n – b/w
durata/length: 12’
Suppietji
Le estremità di un essere medio borghese sragionano e riflettono in modo poetico mostrando la meschinità delle vie di mezzo.
The extremities of a middle-class being ramble on, reflecting poetically on the wretchedness of moderation.
di/by: Antonio Rezza Flavia Mastrella
interpreti/cast: con Antonio Rezza e i piedi di Flavio Vignocchi / with Antonio Rezza and Flavio Vignocchi’s feet
Deborah
Realizzato da Antonio Rezza in autoscatto e con il montaggio in macchina descrive egoismi e rapporti unilaterali. L’unica persona che ascolta i problemi di tutti arriva all’autosoppressione sotto gli occhi distratti dei suoi confidenti-carnefici.
Created by Antonio Rezza using an auto-timer and edited in the video camera, it describes selfishness and one-sided relationships. The only person who listens to everyone else’s problems ends up sopressing himself before the eyes of his confidantes/ executioners.
di/by: Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
musiche/music: percussioni improvvisate/improvised percussion
girato: alla “Divina Provvidenza” di Nettuno/ filmed at the “Divina Provvidenza”, Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Presentato a Bellaria Anteprima festival del cinema indipendente nel 1991.
Primo premio città di Fano – 1992.
Presented at the 1991 Anteprima Festival of Indipendent cinema in Bellaria.
First Price of Fano – 1992.
VHS b/n – b/w
durata/length: 6’
Un uomo predica, due lo ascoltano, un altro finge di morire di freddo.
A man is preaching, two people are listening, and another pretends he’s freezing do death.
di/by: Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
doppiaggio: Antonio Rezza
girato: alla “Divina Provvidenza” di Nettuno / filmed at the “Divina Provvidenza” of Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Presentato a Milano Filmaker nel 1991.
VHS b/n – b/w
durata/length: 30”
Neanche il raggio è perfetto
Not even the beam is perfect
di/by: Antonio Rezza
interpreti/cast: Con Antonio Rezza
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” di Nettuno (filmed at the “Divina Provvidenza”, Nettuno)
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
1992
VHS b/n – b/w
durata/length: 23’
Un capo carismatico si chiude in una nicchia angusta. I seguaci vanno a trovarlo e pendono dalle sue lamentele. Il capo si rende conto che gli adepti sono tutti uguali, ragionano con il culo e non alzano mai lo sguardo da terra: nonostante ciò li adora e li esorta a frequentarlo. Una donna deterge regolarmente il luogo degli incontri ed è antipatica ai seguaci che mal sopportano la pulizia. Il capo carismatico non si adegua alle esigenze del suo “gregge” che, sempre più numeroso, si affolla sotto la nicchia: scoppia una rivolta…
di/by: Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Angelino Mercuri, Davide Sbrolli, Ezio Novara, Armando Novara, Francesco Mozzati, Corrado Moglia, Paolo Moglia, Riccardo Mozzati, Filippo Tarisciotti, Ivo D’Ortenzi, Enrico Di Lelio, Claudio Cipollone, Giorgio Astolfi, Fabrizio e Davide Fincato, Leonardo Faraone, Goffredo Danna, Gianluca Faraone, Andrea Polverini, Fabrizio Pistelli, Marco Bitelli, Armando Pollastrini, Andrea Sabbadini, Michele Cavallone, Paolo Alessandrini, Claudio Mastrella, Luca Bertagni, Felix Patel Harish, Massimo Camilli, Gianni Colotti, Gino Casali, Aldo Paglione, Piero Bonfantini, Velio Cavazza, Paolo Di Cesare, Mauro Mancini, Luciano Canale, Gianni Della Monica, Andrea Sacchi, Massimo Serra, Gianni De Santis
montaggio/editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
musiche tratte da/music taken from: “Canti Antoniani”, “Canti Gregoriani”, “La Folia” di Gregorio Paniagua, suonata dall’Atrium Musicae de Madrid, “Techno” di autori indistinti, la peggiore musica oggi in commercio.
foto di scena: Andrea Sabbadini
girato: alla “Divina Provvidenza” di Nettuno
produttori/ producers: REZZAMASTRELLA
Presentato a Torino Film Festival 1992 e trasmesso da Arte France nello stesso anno.
Primo Premio Bolzano opere nuove 1993.
A charismatic boss shuts himself up in a pokey little niche. His disciples go visit him and hang on his every complaint. The boss realises that the experts are all the same, they reason with their arse and never raise their eyes; despite this he adores them and urges them to spend time with him. A woman regularly keeps their meeting place clean and the disciples dislke her as they hate cleanliness. The charismatic boss doesn’t meet the needs of his “flock” which is getting bigger and bigger, a crowd gathering beneath the niche: a revolt breaks out……
by: Antonio Rezza
cast: Antonio Rezza, Angelino Mercuri, Davide Sbrolli, Ezio Novara, Armando Novara, Francesco Mozzati, Corrado Moglia, Paolo Moglia, Riccardo Mozzati, Filippo Tarisciotti, Ivo D’Ortenzi, Enrico Di Lelio, Claudio Cipollone, Giorgio Astolfi, Fabrizio e Davide Fincato, Leonardo Faraone, Goffredo Danna, Gianluca Faraone, Andrea Polverini, Fabrizio Pistelli, Marco Bitelli, Armando Pollastrini, Andrea Sabbadini, Michele Cavallone, Paolo Alessandrini, Claudio Mastrella, Luca Bertagni, Felix Patel Harish, Massimo Camilli, Gianni Colotti, Gino Casali, Aldo Paglione, Piero Bonfantini, Velio Cavazza, Paolo Di Cesare, Mauro Mancini, Luciano Canale, Gianni Della Monica, Andrea Sacchi, Massimo Serra, Gianni De Santis
editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
voice over: Antonio Rezza
music from: “Canti Antoniani”, “Canti Gregoriani”, “La Folia” by Gregorio Paniagua, played by Atrium Musicae de Madrid, “Techno” by obscure authors, the worst music on sale today.
set photos: Andrea Sabbadini
filmed: at the “Divina Provvidenza”, Nettuno
producers: REZZAMASTRELLA
Presented at the 1992 Torino Film Festival 1992 and broadcast by Arte France the same year.
First Prize Bolzano New Works 1993.
VHS colore/colour
durata/length: 23’
Una spensierata comunità di anziani conosce attraverso un giovane emarginato dai suoi coetanei il concetto di vecchiaia. Dopo vari tentativi di inserimento il giovane conservatore viene scacciato anche dagli attempati che riacquistano l’antica verve. Un gruppo di anziani vivono senza problemi la loro condizione, consapevoli di non avere nulla a che spartire con la vecchiaia. All’improvviso vedono arrivare un’amica completamente vestita di nero, nonostante nessun lutto abbia turbato la sua esistenza. Il motivo di tale abbigliamento sta nel fatto che questa signora ha scoperto repentinamente e in maniera traumatica di essere vecchia, e per esternare il suo dispiacere si è vestita di nero, dando un calcio alla giovinezza e alla spensieratezza. Gli anziani che prima erano felici, subiscono a loro volta questo turbamento, e decidono di imitare sia nel vestire che nell’agire la loro conoscente. Gli scherzi, la giovialità, il fervore giovanile lasciano così lo spazio a comportamenti senili, arrendevoli nei confronti di una realtà tutta da scoprire.
di/by: Antonio Rezza
interpreti/cast: con Ida Bianchi, Egle Massa, Fernanda Cimini, Bianca Di Lello, Ugo Pacetti, Liliana Tomasicchio, Anna Tuccini, Gaetana Serafini, Anita Bertaggia, Marina Cavaterra, Capes Audry Mary Violetta Costantini, A. Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
Musiche tratte da/music taken from: rumori, gingle, voci e fonemi che accompagnano il film appartengono alla collana dei libri musicali “Senti un po’” di Walt Disney. “La Folia” di Gregorio Paniagua, suonata dall’Atrium Musicae de Madrid / “Techno” di autori indistinti… la peggiore musica oggi in commercio / “Escluso il cane” di Rino Gaetano.
girato a Genzano di Roma all’interno del Parco Sforza Cesarini
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Gabbiano d’oro a Bellaria Anteprima per il Cinema Indipendente 1992.
1993
Hi8 colore/colour
durata/length: 50’
Giuseppe, allergico ai diminutivi, lascia la madre macchiatasi di incesto. Tamara, ragazza rampante, abbandona il padre dopo averlo amato. Giuseppe nel suo peregrinare fa strage di cuori ma, amando la masturbazione, mai si concede e mai si fa toccare. La fama del giovane arriva anche nelle orecchie di Tamara che dopo vane ricerche lo incontra al tramontino.
I due si innamorano, si sposano e quasi subito si annoiano. In Giuseppe, teorico e semplicistico, aumentano le crisi allergiche dovute alle forme sincopate. Tamara resta incinta, il marito rinnega la paternità, la moglie lo uccide a colpi di diminutivi. Il bambino nasce con riluttanza, assomiglia al padre e ne eredita la forma allergica…
di: Antonio Rezza Flavia Mastrella
interpreti: Antonio Rezza, Raffaela Fantaccione, Lavinia Novara, F. Mastrella, Emilia De Santis, Maurizio Catania, Chiara Cavalli, Rita Rezza, Davide Sbrolli, Corrado Moglia, Luca Bertagni, Diego Garzia, Daniela Del Balzi, Armando Novara
montaggio: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
musiche tratte da: Ryuichi Sakamoto/ WaldKonzert / “Nouveau Flamenco” di Ottmar Liebert / “Fandango” di Gregorio Paniagua / Chitarra anonima
segretaria di edizione: Anna Benevento
foto di scena: Martina Villiger
sartoria: Nennella
girato presso il Vecchio fosso la Vigna di nonno Ezio l’ex Pollificio e la Riserva Naturale di Tor Caldara di Anzio
produttori: REZZAMASTRELLA
Gabbiano d’oro a Bellaria anteprima per il cinema indipendente 1993.
Giuseppe who is allergic to diminutives, leaves his mother marked by incest. Tamara, a rampant young girl, abandons her father after loving him. During his pilgrimage Giuseppe breaks many a heart but since he loves to masturbate he never gives himself and never lets himself be touched. The young man’s fame reaches the ears of Tamara who, after searching in vain finally meets him on the wane. The two fall in love, get married and are soon bored. The simplistic, theoretical Giuseppe finds his allergic attacks increasing due to syncopated forms. Tamara gets pregnant, her husband repudiates the paternity, she kills him with diminutive blows. The child is born reluctantly; it looks like its father and inherits his allergies…
by: Antonio Rezza Flavia Mastrella
cast: Antonio Rezza, Raffaela Fantaccione, Lavinia Novara, F. Mastrella, Emilia De Santis, Maurizio Catania, Chiara Cavalli, Rita Rezza, Davide Sbrolli, Corrado Moglia, Luca Bertagni, Diego Garzia, Daniela Del Balzi, Armando Novara
editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
voice over: Antonio Rezza
music from: Ryuichi Sakamoto/ WaldKonzert / “Nouveau Flamenco” by Ottmar Liebert / “Fandango” by Gregorio Paniagua / Anonymous guitar
secretary: Anna Benevento
set photos: Martina Villiger
Dressmaker: Nennella
edited by: il Vecchio Fosso, Granpa Ezio’s vineyard, the ex Pollificio and the Riserva Naturale di Tor Caldara at Anzio
producers: REZZAMASTRELLA
Gabbiano d’oro Prize at the 1993 Anteprima Festival of Independent Cinema of Bellaria
Hi8 digital, colore / colour
durata/length: 21’
In una casa di campagna un patriarca spadroneggia sulla sua comunità formata da una donna stanca e da un ragazzo in piena crisi economico-adolescenziale. Ospite della struttura è la dottoressa Girarda, chimica estradata dalla Polonia.
Durante ogni notte accade qualcosa che narcotizza gli abitanti e ne inibisce le attività diurne dando luogo ad uno strano torpore. Il dottor Catania, orientalista filo giapponese, cerca di scoprire il mistero e si avvale della preziosa consulenza Girardiana. Mentre il torpore aumenta il Turco si aggira circospetto fuorviando le indagini.
Muoiono tutti, restano in vita solo il patriarca ed il giovane economista: stanno per abbandonare l’abitazione quando…
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Armando Novara, Geraldine Vitullo, Flavia Mastrella, Luigia Stefanucci, Maurizio Catania, Fabrizio Fincato, Massimo Serra
montaggio/editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
musiche tratte da/music taken from: Franco Battiato, tratte da “Fetus”, “Pollution”,”Clic” e “Sulle corde di Aries”.
sartoria: di Nennella
girato: ad Anzio / filmed in Anzio
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Presentato a Torino Film Festival 1993.
cm Hi8 colore/ colour
durata/length: 3’
Assonnati in un mondo dalle potenzialità fantastiche, due sedentari si lasciano vivere fino a morire
In a world with fantastic potential, an apathetic sedentary couple let themselves live till they die
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Luca Bertagni Flavia Mastrella
montaggio/editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato nella “Divina Provvidenza” di Nettuno e sul mare di Anzio / filmed at “Divina Provvidenza” and the sea at Anzio
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Hi8 b/n – b/w
durata/length: 4’
Un uomo ed una donna ipotizzano il futuro mentre un figlio ancora non è nato
A man and a woman make guesses about the future while a child is still unborn
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Giuseppe Rezza, Raffaela Fantaccione, Geraldine Vitullo, Maurizio Catania
montaggio/editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato nella “Divina Provvidenza” di Nettuno / filmed in the “Divina Provvidenza” of Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Hi8 b/n – b/w
durata/length: 30”
Un uomo si sopprime perché impopolare. Analisi di un suicidio di un uomo mai nato né visto.
A man killing himself because he’s unpopular. Analisys of the suicide of a man who had never been born or seen.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
girato a casa Rezza / filmed at Rezza’s house
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
1994
Hi8 b/n –b/w
durata/length: 28’
Costante muore e lascia alla moglie la sua scoperta informatica. Torella affida il dischetto a un amico del marito, Gervasio, uomo sfaticato e disprezzato dalla sua famiglia. Venti anni dopo Torella cerca di riavere il dischetto ma Gervasio, che grazie ad esso si è arricchito, accetta lo contro in tribunale ed esce trionfatore. Così facendo si attira la sfortuna celeste; perde il terzo figlio soffocato dal benessere, uccide la moglie accecato dall’ira e viene giustiziato dal suo primogenito che dopo una violenta crisi di panico e coscienza sceglie la via della vita.
Costante dies and leaves his wife Torella his computer discovery. Torella entrusts the disk to her husband’s friend Gervasio, a lazy man scorned by his family. Twenty years later, Torella tries to get back the disk but Gervasio, who has become rich thanks to the discovery, agrees to go to court over it and comes away the winner. He therefore summons divine misfortune: he loses his third son, suffocated by wealth; kills his wife in a blind rage; and is executed by his first-born son who, after a violent panic attack and reckoning with his conscience, chooses life.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza e con Costantino Morosin, F. Mastrella, Federica Minotti, Giuseppe Salerno, Davide Sbrolli, Marijcke Van Der Maden, Tonj Carozzi, Gianfranco Castelli, David e Alice Fincato, Geraldine Vitullo, Claudio Cipollone, Nando Serafini, Giovanna Colacevich, Chiara Cavalli, Tomaso Binga, Maurizio Catania, Otto Imperiali, Federico Carra, Armando Novara, Domenico “Teknociccio” Vitucci, Inge Romer, Luciano Canale, Luca Vannini, Akruma
editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
voice over: Antonio Rezza / direct sound: Bianca Menna
music from: “SANGOMA” by Miriam Makeba, “THE CANTERVILLE GHOST” by Alexander Knaitel, “DUALITY” by The Nursey
secretary: Anna Benevento
set photos: Martina Villiger
dressmaker: Nennella
filmed: in the Medieval hamlet of Calcata
producers: REZZAMASTRELLA
Presentato a Bellaria Anteprima Festival del Cinema Indipendente nel 1994.
Primo premio per la Fotografia al festival di Castrocaro 1994.
Presented at the 1994Anteprima Festival of Independent Cinema of Bellaria.
First Prize for Photography at the 1994 Festival of Castrocaro.
Hi8 b/n – b/w
durata/length: 14’
In un paese immaginario è in corso la campagna elettorale. Due leader si contendono gli elettori che piangono esasperati: il primo è grasso e piangente, il secondo sorridente e disinvolto. Un uomo con il computer portatile e un adolescente dal volto duro e il corpo muscoloso osservano l’evolversi della battaglia politica. Una donna aggressiva si stacca dal panorama malinconico. I due osservatori, dopo la vittoria dell’ottimismo democratico, ne uccidono il leader che muore con il sorriso sulle labbra. Scoppia la guerra civile.
An electoral campaign is underway in an imaginary country. Two leaders fight over the voters, who cry in exasperation. The first leader is fat and whiny, the second smiling and aloof. A man with a laptop computer and a teenager with a stony face and muscular body look on as the political battle unfolds. An aggressive woman removes herself from the melancholy scene. After the victory of democratic optimism, the two observers kill the leader, who dies with a smile on his lips. Civil war breaks out.
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza, Geraldine Vitullo, Chiara Cavalli, Maurizio Catania, Giuseppe Piga, Paolo Moglia, Armando Novara, Flavia Mastrella, Davide Sbrolli, Fiore Leveque, Marianeve Leveque, Massimiliano Leveque, Alberto Canu,Toto Novara, Raffaella Fantaccione, Domenico Vitucci, Federico Carra, Luca Vannini e con Lavinia Novara, Catia Pietrucci, Luigi Crescenzi, Pino Pollastrini, Carla Mascellaro, Rosaria D’Amico, Armando Pollastrini, Tonj Giacomello, Boris Morville
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
musiche tratte da/music taken from: “Sulle corde di Aries” e “Juke Box” di Franco Battiato, “The forest” di D. Byrne, “L’orfeo” di C. Monteverdi
costumi/costumes dressmaking: sartoria Nennella
girato alla “Divina Provvidenza” e sul mare di Anzio / filmed at the “Divina Provvidenza” and the sea at Anzio
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Primo premio a Torino Cinema Giovani 1994.
First Prize at the 1994 Torino Cinema Giovani.
Hi8 b/n – b/w
durata/length: 4’
Crescita nascita e riunificazione di una famiglia neanche media
Birth growing and gathering of a family which is not even an average one
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza, Maurizio Catania, Geraldine Vitullo, Flavia Mastrella, Armando Novara
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato nella “Divina Provvidenza” di Nettuno / filmed at the “Divina Provvidenza” of Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
1995
Hi8 – b/n
durata/length: 11’
Un operatore spirituale, don Tek, dà consigli e giudizi ai suoi assistiti che sognano un uomo scuro e maligno che li aggredisce sui significati socio-morali della vita. L’interprete dei sogni si materializza e viene soppresso da don Tek che dopo l’omicidio si addormenta per dimenticare. Ma la vittima gli appare nel sonno, balza dal cielo per poi morire all’istante: don Tek ha ucciso i sogni.
A spiritual operator, don Tek, gives out advice and judgments to his followers, who dream of a dark, cruel man who attacks them with the socio-moral meanings of life. The dream interpreter materializes and is killed by don Tek who, after the murder, falls asleep to forget. But the victim appears in his dreams, leaping from the sky only to die instantly: don Tek has killed dreams.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Domenico Vitucci, Lavinia Novara, Davide Sbrolli, Antonio Rezza, Geraldine Vitullo, Maurizio Catania, Federico Carra Flavia Mastrella, Armando Novara
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” e sul mare di Anzio alla casa di Via Ardeatina/ filmed at “Divina Provvidenza” and the sea at Anzio Via Ardeatina’s house
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Presentato a Bellaria Anteprima Festival del Cinema Indipendente nel 1995.
Hi8 b/n
durata/length: 4′
Un uomo sta male e non si vede. Tre persone non lo vanno a trovare e si vedono.
A man is sick and he doesn’t show himself. Three people don’t go to visit him and they show themselves.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” / filmed at the “Divina Provvidenza”
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
cm Hi8 b/n (b/w)
durata/length: 2’
Una psicanalista aiuta il paziente a portare a termine le ambizioni.
A psychoanalyst helps a patient to achieve his ambitions.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato nella “Divina Provvidenza” di Nettuno / filmed in the “Divina Provvidenza” of Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
cm Hi8 b/n (b/w)
durata/length: 2’30”
Genitori batte amici due a zero.
Parents beat friends two nil.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/editing; Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” di Nettuno/filmed at the “Divina Provvidenza”, Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
cm Hi8 b/n (b/w)
durata/length: 2’30”
Un giustiziere odia e punisce chi telefona in piccolo.
A killer hates and punishes people who are using the small phone.
di/by: Antonio Rezza Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza, Armando Novara, Domenico Vitucci, Massimiliano Leveque, Davide Sbrolli, Lavinia Novara.
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” di Nettuno/filmed at “Divina Provvidenza” of Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
SVHS b/n -b/w
durata/length: 2’30”
Risultato di un laboratorio condotto da Antonio Rezza e Flavia Mastrella insieme agli studenti dell’Università di Trento.
Represso is the result of a workshop held by Antonio Rezza and Flavia Mastrella with the students of Università di Trento.
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella – studenti dell’Università di Trento
montaggio/editing: Antonio Rezza e Flavia Mastrella con gli Studenti dell’Università di Trento
produttori/producers: REZZAMASTRELLA- Università di Trento
1996
Lungometraggio/full-length film/35mm
colore/colour
durata/ ength: 90’.
In una casa di campagna alcune persone tristi ed affette da piccole manie presiedono una veglia funebre. Viene la sera, al capezzale del morto restano solo Giuliano, il fratello e Tarcisia, giovane moglie del defunto. Improvvisamente le labbra del cadavere iniziano a fremere e danno alla luce una parola: Tarcisia passa dal terrore all’eccitazione e si unisce voluttuosamente a Giuliano. I becchini arrivano nella camera ardente, caricano la cassa e la seppelliscono in periferia.
Tra i quattro spicca per fisico e personalità un giovane di nome Rolando, costui incontra Ida, una donna che lo sciocca nell’intimo. Ida vive con un marito disfattista, pigro ed in balia dell’amore: il suo nome è Fiore, epico lassista, il pigiama si impasta con le carni sfatte. La donna incontra Rolando e decide di lasciare Fiore. Rolando, appuntamento dopo appuntamento comincia a invecchiare, mentre Fiore, privato di un rapporto statico, diventa operoso, ringiovanisce e si prepara per le olimpiadi di atletica leggera. Rolando precipita sulla poltrona-trappola che inebetisce lo spirito, Fiore prepara la valigia e vola via alla ricerca di nuove emozioni. L’ex parassita esce dal portone e viene investito dal signor Proprietario, che si affanna a ripulire la carrozzeria per poi sgommare lontano. Proprietario arriva a casa, scende dall’auto, saluta la moglie e la figlia Sabrina e mostra la vettura nuova di zecca. Sabrina mostra disinteresse nei confronti del fresco acquisto: il padre da in escandescenze e decide di rinchiudere la figlia nella Comunità Contro gestita dalla dottoressa Coatta. Intanto un giovane zoppo sale su un autobus di linea. Sullo stesso mezzo viaggia il poeta Giacane in compagnia della fotoreporter Lauretta. Giacane è felice, osserva il panorama urbano ma a un certo punto si rabbuia: il suo piede destro ha acciaccato quello sinistro di un uomo grasso e passeggero, cerca di scusarsi ma il ciccione sdrammatizza l’accaduto. Il giovane poeta cade in uno stato di paranoia.
Alla depressione di Giacane assiste Elio, un presenzialista che si trova a suo agio in situazioni affollate, vive con una madre oppressiva che condivide la sua voglia di protagonismo. Improvvisamente gli spostamenti di Elio non corrispondono più ai voleri del cervello, il giovane si ritrova di fronte a un traliccio, posto nostalgico e riflessivo lontano dai profumi delle manifestazioni. Elio si fa visitare e scopre di essere in possesso di due piedi anarchici.
regia soggetto e sceneggiatura/directed script and screenplay by Flavia Mastrella, Antonio Rezza
montaggio/editing: Jacopo Quadri
interpreti/cast: Valentina Cervi, Isabella Ferrari, Claudia Gerini, Valeria Golino, Antonio Rezza e con Antonello Liegi, Carla Cassola, Claudio Rufus Nocera, Davide Sbrolli, Lavinia Novara, Galletto vivo, Galletto morto usato in “Schizzopatia”, Fiore Leveque, Massimiliano Leveque, Maria Rita Rezza, Geraldine Vitullo, Maurizio Catania, Chiara Cavalli, Armando Novara, Domenico Vitucci, Massimiliano Leveque, Bianca Menna (Tommaso Binga), Francesco Scimemi, Toto Novara, Federico Carra, Ida Bianchi, Marco Facchini, Luciano Canale, Fabrizio Fortunati, Marco Zordan, Claudio Cipollone, Massimo Serra, Luca Bertagni
colonna sonora originale Francesco Magnelli e Gianni Marroccolo
fotografia: Roberto Meddi
costumi: Silvia Canu
scenografia: Luca Bertagni
foto di scena: Martina Villiger
girato a/filmed to Roma
produzione/produced by Digital Film Galliano Juso
Presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 1996, uscito nelle sale nel maggio del 1997.
1997
Hi8 colore/ colour
3 puntate da 3’ l’una per Tele+/ 3 3-minute episodes for Tele+
Critica cinematografica in corto
Short film critique
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
costumi/costumes dressmaking: sartoria Nennella
girato alla casa di Via Ardeatina ad Anzio / filmed at Anzio in the Via Ardeatina’s house
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Hi8 b/n – b/w
durata/length: 2’ 45”
Una madre nutre il figlio fino a possederlo.
di: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti: Antonio Rezza e Armando Novara
assistente alla creazione: Massimo Camilli
montaggio: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
costumi sartoria: Nennella
girato ai “Marinaretti” di Anzio
produttori: REZZAMASTRELLA
A mother feeds her son to the point of possessing him.
by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
cast: Antonio Rezza e Armando Novara
assistant to the creation: Massimo Camilli
editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
voice over: Antonio Rezza
costumes dressmaking: Nennella
filmed at the “Marinaretti”, Anzio
producers: REZZAMASTRELLA
cm Hi8 b/n (b/w)
durata/length: 2’
Un sadico tortura un corpone.
A sadist tortures a big body.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Chiara Cavalli
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” di Nettuno/filmed at “Divina Provvidenza”, Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Hi8 b/n – b/w
durata/length: 3’ 43”
Nel paese degli scivoli tre handicappati complottano
In the land of the slides three handicapped are plotting
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Domenico Vitucci e Flavia Mastrella
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
girato alla casa di Via Ardeatina ad Anzio / filmed at Anzio in the Via Ardeatina’s house
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Hi 8 b/n (b/w)
durata/length: 2’ 20”
Un uomo ha perso il lavoro ma non ricorda dove
di: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti: Antonio Rezza
assistente alla creazione: Massimo Camilli
montaggio: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
costumi sartoria: Nennella
girato alla “Divina Provvidenza”
produttori: REZZAMASTRELLA
A man has lost his job but cannot remember where
by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
cast: Antonio Rezza
assistant to the creation: Massimo Camilli
editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
voice over: Antonio Rezza
costumes dressmaking: Nennella
filmed at the “Divina Provvidenza”
Hi8 colore (colour)
10 puntate da 1’,30” l’una per Tele+ / 10-minute episodes for Tele+, length: 1’30”
Critica cinematografica in corto
Short film critique
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
costumi/costumes dressmaking: sartoria Nennella
girato alla casa di Via Ardeatina ad Anzio / filmed in Anzio at the Via Ardeatina’s house
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
digitale b/n – digital b/w
durata/length: 1’53”
Un uomo chiude le stesse porte aperte da Kafka
A man closes the same doors opened by Kafka
girato in occasione del centenario della morte di Kafka e tratto da un brano da Il castello
filmed on the occasion of the centenary of Kafka’s deathand based on a passage from ‘The Castle’
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Armando Novara
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
girato alla “Divina Provvidenza” / filmed at the “Divina Provvidenza”
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
1998
Hi8 b/n (b/w)
durata/length: 50’
Videoscultura/videosculpture
Situazioni contrastanti/Adverse situations
di/by: Flavia Mastrella
interpreti/cast: Alberto Canu, Antonio Rezza
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
musiche tratte da/music taken from: telegiornali, pubblicità, musica della radio, chiacchiere con la voce di Carmelo Bene
girato allo “studiolo di Flavia” / filmed at the “studiolo di Flavia”
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
1999
Hi8 b/n (b/w)
durata/length: 1’30”
Videolettura dal romanzo Ti squamo di Antonio Rezza, Bompiani
Video lecture from the novel Ti squamo by Antonio Rezza, Bompiani
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Elisabetta Sgarbi, Alberto Pezzotta
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
foto di scena: Martina Villiger
girato a Milano / filmed in Milan
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
digital b/n – b/w
durata/length: 1’30”
Michelangelo sulla torretta non ci deve andare
Michelangelo should not go up on the tower
di/by: Antonio Rezza Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza, Armando Novara, Massimiliano Leveque e Fiore Leveque
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio/voice over: Antonio Rezza
Musiche tratte da/ music taken from: “Goha”
girato al Castel San Gallo di Nettuno / filmed at the San Gallo Castle, Nettuno
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
Digital, colour
1 episodio durata / length:28’ –
6 episodio durata / length: 5’
interviste a corpo libero – Speciale Metropolitana, Francese, Tre fratelli, Tranquillo, Toilette, Giovane.
free-style interviews – Metropolitan Special, French, Three Brothers, Tranquillity, Toilet, Youth.
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/Edited by: Jacopo Quadri, Letizia Caudullo
riprese: Marco Tani e Flavia Mastrella
girato a Roma / filmed in Rome
RAI TRE
digitale b/n – b/w
durata / length: 30”
Spot creativo per il Futur Film Festival di Bologna
Creative trailer for the Bologna Futur Film Festival
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Elisabetta Sgarbi
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
doppiaggio: Antonio Rezza
girato ad Anzio / filmed in Anzio
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
2000
digital, colour
9 puntate da 30’ l’una / 9 episodes: 30′ each
interviste a corpo libero – Speciale Cimitero, Vaticano, Stazione, Footing, Collocamento, Capannelle, Natale al Quartiere, Università, Psicofarmaco.
free-style interviews – Cemetery Special, Vatican, Station, Jogging, Employment Agency, small groups of people, Christmas in the District, University, Psychotropic drug.
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza
montaggio/edited by: Lorenzo Michelazzi
girato a Roma / filmed in Rome
prodotto da/produced by: New Telecinema Eye Works
RAI TRE
2001
35mm colore/ colour
durata/ length: 74′
antifilm a corpo morto / dead-style anti-film
by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
Il commissario D’angelo all’imbrunire si appresta a vivere la sua giornata. L’agente Antonio muore assassinato da tre delinquenti: Elì, donna silenziosa e riflessiva, Arm, un ragazzo alla fine dell’adolescenza e il Francese, uomo di fede, dominatore e fumatore incallito. D’angelo trova il cadavere di Antonio riverso su un albero alla deriva nelle acque del Po. La salma aggrappata al relitto galleggerà nel film urlando la sua sete di giustizia. Pur senza alcuna prova il commissario arresta i tre assassini. I due uomini sono condotti nella galera marina, la donna viene rinchiusa in un carcere sul Po. Ciccio, giornalista corpulento, conscio dell’incapacità del sistema giudiziario, diffonde le notizie sull’avvenimento ad ascoltatori virtuali. D’Angelo tortura Arm e il Francese nei sotterranei del carcere marino assistito dalla segretaria Laav e dal capitano Harris, uomo sadico e fedele. Il giornalista Ciccio insorge e viene arrestato. Il commissario, invasato dalla sua stessa autorità, inizia una danza frenetica e gioca con i detenuti spalleggiato dalla Secondina delle carceri. Distrutto dalla violenza il giovane Arm si toglie la vita. D’angelo, spinto dal bisogno di mistificare la notizia del suicidio, libera il giornalista Ciccio che, addomesticato, nasconde la verità ai suoi ascoltatori. Il Francese aiutato dalla fede evade sotto gli occhiacci della Secondina. Il commissario insegue il criminale ma quando sta per acciuffarlo avviene il miracolo: la fede del Francese si materializza e di fronte alla visione mistica D’angelo cede psicologicamente. Gli eventi precipitano. Delitto sul Po è un’opera che nega in modo deciso l’utilità della sceneggiatura. Quando una scena mancava ci cambiavamo d’abito e la giravamo istantaneamente per poi montarla ancora vestiti da personaggio. E non erano più gli autori a montare il film ma gli stessi personaggi sfuggiti al controllo degli autori. La vicenda poliziesca ramifica in microstorie influenzate dalla realtà quotidiana dei personaggi. Ogni frammento di storia è diviso da 5 secondi di nero, i frammenti rappresentano vicende a se stanti di diversa durata che unite dal nero formano una storia articolata. Il nero fisso copre il 15% del film, mentre il nero dello scotch copre il 35% dell’immagine. Considerato che il film è fatto di immagini possiamo affermare che lo scotch copre il 35% degli avvenimenti e sommato al 15% del nero fisso ci permette di raggiungere il 50% di nero netto totale. Aggiungendo al nero netto il nero lordo della sala e il nero totale del prezzo del biglietto otteniamo il prodotto nero interno che porta con sé lo spettatore. In tutti i cinema.
MURDER ON THE RIVER PO
At dusk, Detective Superintendent D’angelo is getting ready for his day. Police Officer Antonio is murdered by three delinquents: Elì, a silent thoughtful woman, Arm, a boy in his late teens and the Frenchman, a man of faith, dominator and chain smoker. D’angelo finds Antonio’s body in a tree floating in the waters of the river Po – the corpse, clinging to the dead branch will float through the film screaming for justice. Although he has no evidence, the Detective Superintendent arrests the three murderers; the two men get taken to the marine prison while the woman is locked up in the jail on the river Po. Ciccio, a fat journalist, being well aware of the inefficiency of the legal system, spreads the news of the event to all virtual listeners. D’angelo tortures Arm and the Frenchman in the dungeons of the marine prison, assisted by his secretary Laav and the loyal, sadistic Captain Harris. Ciccio the journalist protests and is arrested. The Detective Superintendent, overcome by his own authority, begins a frenetic dance and plays with the prisoners aided by the Prison Guard. Destroyed by the violence, Arm takes his own life: needing to mystify the news of the suicide, D’angelo frees Ciccio who, having been tamed, hides the truth from his listeners. The Frenchman, helped by his faith, escapes from prison under the eyes of the Guard. The Detective Superintendent follows the criminal but, just as he is about to catch him, a miracle occurs: the Frenchman’s faith materialises and before this mystical vision D’angelo has a psychological breakdown. The events come to a head. “Murder on the River Po” is a work that absolutely denies the use of a screenplay. When a scene was missing, we simply changed clothes and shot it immediately and then edited it in while still dressed as the characters. And it was not the authors who did the editing but those same characters of whom the authors lost control. The detective story branches out into microstories influenced by the daily reality of the characters. Every fragment of story is separated by 5 seconds of blackness; the fragments represent individual events lasting different lengths of time, linked by the blackness to form an articulated story. The black stills cover 15% of the film, while the black tape covers 35% of the image. Considering that the film is made up of images we can claim that the tape covers 35% of the events and, added to the 15% of the black stills, we are able to reach a total net black of 50%. Adding to the net black the gross black of the cinema-house and the black total of the cost of the ticket we obtain the internal black product brought along by the audience. In all the cinemas.
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza, Paolo Mosca, Lavinia Novara , Armando Novara, Elisabetta Sgarbi , Federico Carra , Domenico Vitucci, Maurizio Catania, Flavia Mastrella, Alessandra Carli e con Fabiana Rizzo, Anna Maria Lorusso Maria Rita Rezza
montaggio/edited by: Eugenio Smith
doppiaggio: Antonio Rezza
voice over: Antonio Rezza
musiche tratte da/music taken from: Beethoven Marcia Funebre sinfonia N° 3 in mi bemolle maggiore, opera 55 Eroica. Groovement Mahagonni di Federico Carra, Versione originale Oruj Guvenc Acqua Fresca. Charlie Parker, Ornitology Streetb Beat Senegal, Le Bouna Que Dou Premier Jour (Diola). Centrafrique, Cris D’Animaux (Babinga), Sifflets et Voix (Babinga). Niger, Makada Robo, (haoussa-Zarm). Mano Chao, Bongo Bong, Slipknot (sic) Tatte Red & Torn. Terra Antica, Tarantella. Belouis Some, Immagination
DV Sound Editor: Federico Carra, Eugenio Smith
Coordinators: Cesare Apolito, Ferdinando Cocco
Filmed on the delta of the River Po, in the sea at Anzio and on the River Tiber in Rome
producers: REZZAMASTRELLA
Presented at the 2001 Torino Film Fest, the 2002 Festival dei Due Mondi of Spoleto and the 2003 International Festival of Pesaro
2003
Hi8, color
durata / length: 7’
Documento dell’Habitat Autopatia di Flavia Mastrella 1998 a Polverigi
Supporting material of the Habitat Autopatia made by Flavia Mastrella in Polverigi in 1998
di/by: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
montaggio/editing: Antonio Rezza, Flavia Mastrella
girato a / filmed in Polverigi
produttori/ producers: REZZAMASTRELLA
2004
(JANUARY 12-14)
digital, colour
durata/ length: 8’
Videoritratto di/Video portrait of George Garzone e Antonio Rezza
di/by: Flavia Mastrella
interpreti/cast: Antonio Rezza, George Garzone
montaggio/editing: Eugenio Smith
Musiche/music: George Garzone
girato a / filmed in Rome at Beba do Samba
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
2005
digital, colour
durata/length: 7’
Risultato del laboratorio attivo “IL GUARDARE SPONTANEO” video- esplorazione del territorio Partendo dalla Teoria della Deriva di Guy Debord …. tenuto da Flavia Mastrella all’Atelier Campanella
U CURRENT is the result of the active workshop “IL GUARDARE SPONTANEO” – a video exploration of the territory based on the Guy Debord Theory of the Derive – the workshop was held by Flavia Mastrella at the Atelier Campanella
girato a / filmed at Polignano a Mare
2006
digital, colour b/n- b/w
durata / length: 75’
s-documento a più punti di vista girato nel tempo / filmed in real time from different viewpoints.
Girato in occasione dell’operazione “2003, Odissea nello Spazio Zero” all’interno del Teatro Spazio Zero di Roma. Il documento, filmato tra il 21 ottobre e il 30 novembre 2003, racconta la rappresentazione di Fotofinish non come opera unica e continuativa, ma come l’evolversi nel tempo degli umori e del movimento degli attori che, replica dopo replica, hanno maturato coscienza dello spazio e sono arrivati alla gioia della messa in scena. Partendo dai campi lunghi, girati durante i primi giorni, ci si è spinti sempre più vicini all’evento fino a salire con la telecamera sul palco. Inseguendo il ritmo spasmodico della dinamica performativa, impegnata a manifestarsi nella finzione, il contesto spaziale diventa realtà. La voce recitante, registrata durante una delle ultime repliche, è l’illusione percettiva che conduce l’opera verso un’unitarietà fatta di suoni fuori sincrono e salti prospettici. Il corpo del performer è in mutamento e viene raffigurato nei primi giorni, quando era tondo e sinuoso, e negli ultimi, quando è scarnito e scorticato. E l’unico elemento costante, incancellabile, torna a essere la voce stridula che non subisce l’onta del tempo e della fatica. Le immagini, finite di montare da Eugenio Smith nel 2006, mescolano gesti, applausi e consensi. E così anche il pubblico, sballottato dal montaggio, smette di essere entità per divenire frammento di se stesso: non più un solo pubblico a vedere la stessa performance ma tanti pezzi di pubblico a fremere per un’opera solo apparentemente compattata.
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Armando Novara
montaggio/editing: Eugenio Smith
immagini di: Marco Tani, Ivan Talarico, Eugenio Smith
musiche/music: George Garzone
girato a / filmed at Roma Teatro Spazio Zero
produttori/producers: REZZAMASTRELLA
2009-2016
(le opere di questi anni sono inedite – all works from these years are unreleased)
digital, colour
Troppolitani Fuori Dove? è un viaggio tra le pieghe della mente umana e disumana. Un viaggio di sola andata che non ammette vie di fuga: si resta intrappolati nel pensiero di chi ti è di fronte. Si resta sbigottiti per via dello stupore che la mente deviata riesce a suscitare.
Percorso in divenire sulle intenzioni di chi pensa male. Il disagio della mente di chi non ha disagio è superiore a quello di chi fa del disagio la sua espressione naturale.
condotto e galoppato da: Antonio Rezza
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
immagini di/images by: Marco Tani e Flavia Mastrella
montaggio/edited by: Barbara Faonio
assistente alle riprese/assistant to filming Ivan: Talarico
fonico/sound: Luca Gasparri
foto di scena/set photos: Martina Villiger
collaboratori/collaborators: Alessandro Massi, Maria Pastore
girato a Milano / filmed in Milan
produttori/producers: REZZAMASTRELLA – Fondazione Gaetano Bertini Malgarini Onlus
digital, colour
Nel film spicca il lavoro di persuasione che è stato fatto negli anni dai mass media sulla popolazione (formata da persone). L’uniformità di argomentazioni relative al razzismo, inibisce il sentimento e lo rende doppiamente grave. Il 21 maggio a Milano in Via Padova, armoniosi e combattivi, iniziamo le interviste: Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Marco Tani, Massimo Simonetti, Ivan Talarico, Daniele Verlezza, Adil Bahir si muovono nella città che si risveglia. Antonio si guarda attorno, la via è quasi deserta. Il sabato prefestivo consente la tipica sospensione di chi regala a se stesso l’oltraggio di un giorno di riposo. Gli intervistati si concedono con la prepotenza di chi vede in quel tempo perduto un diritto inalienabile. Affidatoci dalla Fondazione Gaetano Bertini, MILANO VIA PADOVA è un lungometraggio che nasce per eccesso di zelo nel realizzare un’indagine sulla gente che vive la via. Già l’anno prima la Fondazione Bertini ci aveva incaricato di realizzare un documento sul disagio mentale girato in occasione di “Fuori Dove?”, iniziativa a sostegno della Legge Basaglia. MILANO VIA PADOVA parla di razzismo e insofferenza e racconta, attraverso il canto, la convivenza forzata e la cultura di chi è straniero. È il canto a farci vedere la dolcezza di un ritmo naturale da tempo dimenticato in occidente. A pochi minuti dall’inizio delle interviste Antonio era già integrato, la via che sembrava deserta ha iniziato ad animarsi, la realtà talmente insolita raggiunge picchi performativi quando i problemi personali si associano a quelli sociali. Le risposte, a tratti di frasi fatte, in altri momenti scoordinate con l’aspetto e l’esperienza dell’intervistato, rendono paradossale lo squilibrio sociale. Nel magma di problemi i razzisti sostengono che gridare è un reato e i pacifisti cercano disperatamente di aiutare, di assistere, di voler integrare a tutti i costi chi, per volere politico, viene regolarmente maltrattato. Come se essere integrati fosse una cosa buona. È evidente quanto la mancanza di organizzazione determini la tensione tra gli abitanti che non riescono a comunicare; gli stranieri non sanno l’italiano e gli italiani non conoscono l’inglese. Viviamo inconsapevoli la violenza del disagio, molto peggio di come si possa immaginare. La domanda ricorrente è ”lei ospiterebbe a casa sua un extracomunitario? In un angolo, in cucina, tanto non da fastidio, si mette in un cantuccio e la guarda, si mantiene da solo”. Sembra un quesito assurdo, ma tutti hanno creduto possibile una tale eventualità, la gente per le strade non esclude nessuna possibilità, ognuno di noi si aspetta di tutto. E allora si affaccia un problema aggiuntivo: perché dobbiamo essere uniformi e uniformati? A che serve questo formalismo di democrazia caotica? Forse il problema della diversità è proprio ritenere diverso chi non lo è per niente. Siamo pezzi di carne che va al macello e non basta il colore a salvarci. Né la provenienza e neppure la lingua. Il razzismo è l’uomo che si sopravvaluta e che trova il tempo di scorgere irrisorie diversità sommerse dall’omologazione che dilaga. Gli stranieri, infatti, vogliono quello che vogliono gli italiani, il lavoro, una casa, i diritti. E mai la libertà di decidere autonomamente cosa fare. Noi, come loro, restiamo aggrappati all’infamia utopica della vita civile che ci incatena a una contingenza che crea fossati, voragini di intolleranza. Chi ci obbliga al vivere civile ci impone l’intolleranza sociale. Siamo razzisti su suggerimento dell’istituzione. Siamo razzisti programmati dalle nuove tecniche di persuasione collettiva. E gli stranieri si adeguano sviluppando un razzismo parallelo foraggiato dalla vita che scorre.
What stands out in the film is the work of persuasion that has been carried out on the population (made up of people) by the mass media over the years. The uniformity of the arguments relative to racism inhibit sentiment, making it even more serious. On 21st May in via Padova, Milan, feeling combative and in perfect harmony, we began the interviews. Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Marco Tani, Massimo Simonetti, Ivan Talarico, Daniele Verlezza, Adil Bahir walk around the awakening city. Antonio looks around, the street is practically deserted. Saturday is a day that permits the typical break for those who give themselves the audacity ofa day off. Those who consent to be interviewed do so with the presumption that they have an unalienable right to this lost time.
Assigned to us by the Fondazione Gaetano Bertini, MILANO VIA PADOVA is a full-length film created out of the excess of zeal in realizing an enquiry into the people who live the street. The year before Fondazione Bertini had already invited us to realise a document on mental health, filmed on the occasion of “Fuori Dove?”, an initiative in support of the Basaglia Law. MILANO VIA PADOVA tells of racism and intollerance and, through song, recounts the enforced cohabitation and culture of the foreigners living there. Through song we are shown the gentleness of a natural rhythm, long forgotten in the West. Shortly after beginning the interviews Antonio is already well- integrated, the seemingly deserted street is stirring, such an unusual reality reaching peaks of performance when personalproblems become entwined with social issues.The answers, at times commonplace, at others disconnected from the appearance and experience of the person interviewed, make a paradox of the social imbalance. In the magma of problems the racists claim that shouting is a crime while the pacifists try desperately to help, assist and integrate at all costs those who, for political reasons, are continually maltreated. As if being integrated were a good thing. It’s obvious how a lack of organisation determines the tension among the inhabitants who are unable to communicate with each other; the foreigners don’t know Italian and the Italians don’t speak English. We live unaware of the violence of discomfort – it’s far worse than we imagine. The recurring question is: “would you take a guy from Africa into your home? Put him in a corner, in the kitchen, he wouldn’t be any trouble, he’d curl up and watch you, he would keep himself?” It sounds absurd but everyone considered it possible, people in the street will consider anything possible, each of usi s ready for anything. And so another question arises: why do we all have to be the same, all made to be the same? What’s the use of this formalism of chaotic democracy? Perhaps the problem of diversity is considering diverse who is not at all. We are pieces of flesh going to the slaughter and the colour of our skin isn’t enough to save us. Nor our place of origin nor our language. Racism is the man who over esteems himself and who finds the time to notice paltry differences submerged by the rapidly spreading homogenization. In fact, the foreigners want what the Italians have: a job, a house, rights. Never do they ask for the freedom of deciding for themselves. Like them, we stick to the utopistic infamy of civil life that keeps us chained to a contingency that creates chasms, abyss of intolerance. Those who force us to live civilly impose social intolerance on us. We are racists as recommended by the institutions. We areracists programmed by the new technologies of collective persuasion. And the foreigners adapt, developing a parallel racism nourished by daily life.
condotto e galoppato da: Antonio Rezza / Conducted and galloped by: Antonio Rezza
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza
immagini di/images by: Marco Tani e Flavia Mastrella
montaggio/edited by: Barbara Faonio
foto di scena/set photos: Ivan Talarico
girato a Milano / filmed in Milan
produttori/producers: REZZAMASTRELLA – Fondazione Gaetano Bertini Malgarini Onlus
L’arte è utile all’uomo? Gli attori sono adeguati alla società. I passanti sono persone che vogliono sognare ma ormai hanno perso la fiducia, da una parte la pigrizia, dall’altra i condizionamenti e la descolarizzazione, impongono di abbassare la mira e tutti si accontentano di inseguire modeste aspettative dozzinali. La realtà e l’arte non sono in comunicazione, impoveriti dall’individualismo gli attori e gli artisti danzano al ritmo imposto dal potere, si scannano, si prevaricano senza rendersi conto delle possibilità di comunicazione che si aprono muovendosi fuori dal coro. Roma è occupata da ogni passo, il piede camminando occupa fulmineamente il suolo pubblico. Ma questa occupazione non fa notizia perché fulminea. I criteri dell’occupazione li scandisce il tempo. Ma nel caso dell’attore è il sentimento che dà i tempi alla sommossa. È possibile occupare stati d’animo attraverso l’interpretazione? È possibile occupare un sentimento come fosse spazio? Trattare la frustrazione a metro quadro? Due pesi due misure, il peso della tragedia e quello della distanza. Se lo spazio è distanza chi occupa uno spazio deve mantenersi lontano da sentimenti che non sono suoi. È quindi un film sulla dichiarazione di resa dell’attore, sulla futile speranza che un giorno occupazione e sentimento procedano distinti, è un film che parla di una possibilità remota, di una sconfitta annunciata: rinunciare all’interpretazione per dare più importanza ai metri che alle lacrime. È possibile immaginare l’attore che rinuncia all’interpretazione di sciagure che non vive, di gioie che non prova, di guerre che non ha combattuto, di malattie che non ha, di genitore di famiglia che non è, di amori che non sente, di morti che non ha mai pianto? È possibile immaginare un giorno l’attore interpretato finalmente da se stesso? Il racconto, l’impegno sociale, la narrazione, fardelli che fanno meno agile lo spostamento, rendono più difficile la resistenza. Cinema, teatro, letteratura, televisione, occupati dai criteri abusivi dell’immedesimare. Sloggiare l’attore dagli stati d’animo di chi non vuole essere occupato, di chi non lo ha mai chiesto. Liberiamo la vita civile dalla rappresentazione. Questo il primo passo. E poi occupare ogni spazio, svincolati da sentimenti a noleggio. In questo lungometraggio affrontiamo un sondaggio su un frammento di territorio romano per noi inesplorato; abbiamo percorso una traiettoria spontanea dal Teatro Valle all’Isola Tiberina, passando per Campo De Fiori, il Ghetto e (banco dei pegni) Largo Argentina. Durante il tragitto la realtà posturale e dialettica degli intervistati si trasforma continuamente, Roma è una metropoli che esiste in uno spazio tempo indefinibile, metaforico, interessante sotto il profilo estetico devastante a livello ideologico. Nel film, che racconta la deriva di due giorni in ordine cronologico, il teatro è l’antro scuro e sospeso che sopravvive all’umana convinzione di rinnovamento, i rivoluzionari intervistati, rapiti dall’ambiente e dalla loro professione, esprimono opinioni e immaginano soluzioni avvolti nelle belle mura magiche e universali come un tramonto. Il ritmo stridente – dentro il teatro – fuori tra le vie – va a chiarire il ruolo dell’attore e il suo rapporto con la società. Ma l’uomo della strada, spettatore di film moralisti e guerrafondai, celebra come professionista dello spettacolo e star del quotidiano Mara Venier, elemento ionizzante per tutti i ceti sociali.
condotto e galoppato: da Antonio Rezza
di/by: Flavia Mastrella, Antonio Rezza
interpreti/cast: Antonio Rezza, Marcello Fonte. Giampiero Judica e la partecipazione degli occupanti del teatro Valle e degli abitanti di Roma
montaggio/edited by: Barbara Faonio
immagini di: Marco Tani e Flavia Mastrella
suono: Massimo Simonetti
organizzazione: Paolo Giovannucci e Daniele Natali
segretaria di edizione: Giulia Giordano
girato a Roma / filmed in Rome
produttori/producers: REZZAMASTRELLA con gli OCCUPANTI DEL VALLE
2022
di: Flavia Mastrella
editing: Barbara Faonio
Mix Audio: Stefano Falcone
prodotto da: REZZAMASTRELLA.
SINOPSI
Video lettura a più voci, della Costituzione Italiana
un’edizione per gli enti locali del 1972,
da una pulsione di Flavia Mastrella che ha curato una regia sperimentale
con Barbara Faonio al montaggio acrobatico
Stefano Falcone Mix Audio
il lavoro percorre il frammento.
Centonovanta persone hanno realizzato e interpretato con il cellulare la lettura di un articolo. È cosi che il cellulare, arma di sterminio della tensione emotiva in presenza, si è trasformato in mezzo creativo a distanza.
Le disposizioni Transitorie e Finali raccontano lo stato d’animo degli umani durante il cambiamento epocale avvenuto dopo il 1945, strapazzati dal rovesciamento di potere, abbandonarono le parole e le usanze tradizionali per lasciarsi andare al sovvertimento.
“Chi vuole dominare sugli uomini cerca di svilirli, di sottrarre loro la forza di resistenza e diritti, finché siano dinanzi a lui impotenti come animali. Egli li trasforma in animali, e anche se non lo dice apertamente, entro di sé è sempre ben cosciente di quanto poco gli importino; parlandone con i suoi confidenti, egli li definirà pecore o gregge.
Elias Canetti
Faccio un Cristo che non dice una parola, si tappa la bocca e la tappa al suo autore pezzente. Mai sarò così meschino da raccontare con la mente malata ciò che il corpo alla mente ha sottratto, e cioè il significato: i miei gesti hanno tolto di mano il sapere al cervello imbroglione. Qui il problema non è il significare, qui la virtù sta nel fatto che quello che volevo dire non l’ho detto: l’azione si è ribellata alle suggestioni della mente incravattata.
Ho scritto molte cose da mettere in bocca al figlio di Dio. Ma nell’esatto momento in cui il corpo si è staccato dal volere dell’autore gerarca per interpretare il sapere della carne, lì, con la pietra che scotta, la luce che acceca e con le membra indolenzite da posture innaturali, mi sono liberato dello stupido significato che il pensiero accattone voleva imporre al costato. Io, simile al Cristo nel dolore della pelle, ho iniziato a strillare per non fermarmi più. E l’autore ha chinato il capo a me stesso.
Prima che parlassi tre volte avevo già urlato sei. Io il gallo me lo ficco nella gola. Il mio gallo, prima di cantare, mi buca la trachea. Il mio gallo aspetta l’alba per cantarmela nel collo. Io sono gallo con la gola intorno.
La mia gola si nega al canto e si fa beffe della mente tiranna che bivacca tra deduzioni vane. Io il Cristo me lo faccio uscire dalla giugulare, ho un Cristo nell’esofago che fa miracoli con le vocali allungate, che fa dell’intendere un simulacro per poveri imbecilli, che non ha rispetto del padre suo, che poi è il mio intelletto in corruzione.
Il mio corpo è il Cristo morto, la mia mente, rispetto al figlio della pena, si ingobbisce sotto il peso della decisione.
Le urla che invadono il film possono dare il fianco a molteplici interpretazioni. Ma non è questo il caso, io non abbasso la carotide all’infimo livello che il volere le imporrebbe. Io sono fiato, io sono fiato con il buco in mezzo, e nel buco che vorrei su ogni fronte che pensa, ci pianto la vocale disperata che si fa strillo di dissenso. Ma non dissenso sociale che lascio a chi non ha inventiva, a chi non ha invettiva. Io con le urla faccio il culo alle orecchie, io le orecchie me le sfondo senza consonanti. Io, quando urlo, ammazzo il gallo che mi canta nella gola.
E’ un punto ormai di non ritorno, è una comunicazione che non sollecita il pensiero.
Il pensiero, così impiccato dall’intendere padrone.
Con questo atteggiamento cerco a malapena di affrancare la pelle che mi da la gioia, dalla malinconia cui la ragione mi costringe, tento di dimostrare che il significare è in mala fede. Quando il Cristo che ho nelle tonsille si è dissociato dal suo compito ramingo, limitato a razzolare l’anima di chi non ha le palle, quando il Cristo che ho nella faringe ha dichiarato che con me, autore infame perché razionale, non voleva nulla a che spartire, mi son sentito raggelare. Mentre il mio corpo se la dava a gambe, la riflessione, fatta di calcolo e miseria, si incaprettava con i fili del discorso ragionevole.
Non so cosa sia questo Cristo di immagine forte, scortato dall’altrui Madonna che stavolta è anche la sua, inchiodato dalla sua Madonna che gira le spalle e si fa la Madonna del popolo.
Non so cosa voglia da me questo corpo di Cristo che per privilegio estetico mi rassomiglia, questo ammasso di ossa e nervi con le papille in agonia.
Ma se il Cristo di ogni religione ha inculcato la misericordia, il mio ha insegnato a me, autore del trabocchetto infernale, che se l’ansia è nella pelle anche il cervello più incallito fa la figura del maggiordomo servitore, del ministero incappellato con la lingua a propiziare. La lingua del Cristo che mi scivolerà nelle budella, non modula neppure il suono della corda. La lingua mia è lingua morta perché incapace a divenire biforcuta. Io con la lingua mi ci medico la voce. Io non ho rosario, ho vocali e me le sgrano nella gola fino a raschiarla nel suo fondo lercio. Il mio Cristo scava nel fondo dell’addome alla ricerca della vocale madre, genesi del lamento ineccepibile.
Il film è filologico fin quando lo dirigo: Maria che partorisce, Giuseppe che sonnecchia, l’Arcangelo proclama, Erode manomette, Battista che sciacquetta.
Il film è filologico fin quando lo dirigo. Ma quando mi dirigo mi scappa dalle mani perché io, oltre a quella di Dio, non riconosco neppure la parola mia.
Brevi necessità teoriche
Fare un film su Cristo senza alcun ausilio produttivo, senza la sicurezza che il film esca in sala, senza pagare nessuno e soprattutto senza ricevere soldi in compenso è un’esperienza che ogni ateo praticante dovrebbe imporsi. Le riprese sono iniziate nel 2004 e si stanno protraendo nel tempo. Vorrei durassero tre anni, come gli anni di predicazione di Cristo, quelli dai trenta ai trentatré.
L’approccio alla figura del Nazareno è estremamente rispettoso. Il mio figlio di Dio non dice una parola, non si rapporta all’uomo che gli è inferiore, comunica solamente attraverso urla devastanti, perdizione dell’orecchio umano. Il mio Cristo porta le orecchie dell’uomo alla dannazione eterna.
Un ruolo centrale e mai applicato dalla cristologia corrente è affidato alla Madonna, che segue il figlio durante la sofferenza terrena.
Lo accudisce nei frequenti mancamenti che lo portano ad accasciarsi su di lei emulando la Pietà di Michelangelo, opera postuma rispetto alla vita di Cristo ma in questo caso anteriore alla deposizione dalla croce. Il Nazareno ci appare spesso urlante e trasversale, riverso sulle ginocchia di Maria che lo sostiene malinconica. Un Cristo iconograficamente già morto, che assale la vita e si smarrisce, che fa miracoli con la sola forza della disperazione: abbiamo l’uomo comune che si contorce sotto il peso della deformazione fisica e della tradizione è un Cristo che lo guarisce senza toccarlo, con appena l’assillo delle urla rivolte al Padre Eterno che gravita nei cieli.
La vita del mio figlio di Dio si alterna tra pianti, strilli, incontri con un demonio fuori da ogni schema e sacrifici con il martello in mano, con la sega e con la pialla. Il lavoro del mio Cristo è farsi la croce da solo poiché ogni uomo va a finire sulla croce sua. Nessuno fa la croce agli altri quando ha la sua da trascinare. Un Salvatore egoista che ristabilisce il profondo distacco tra divinità e uomo comune: se Dio esistesse non si curerebbe dell’uomo, ma sarebbe troppo felice di esser Dio.
Come autore involontario devo sottolineare la precisa esattezza filologica del racconto nella parte iniziale. Il film è narrativo fino al battesimo del Cristo da me interpretato. Poi deriva verso luoghi ignoti, mi sfugge di mano, e come se il mio corpo, facendo irruzione nel racconto, strappi l’opera all’autore pezzente che l’opera controlla. Io ho un corpo instabile che si rifiuta di seguire le direttive che la mente imporrebbe. Ho il corpo dolente che mi sfila il potere dal pensiero.
Il Cristo autentico la penserebbe come me.
Soggetto poetico del film
Maria è incinta e Giuseppe non accetta il fatto.
L’Arcangelo Gabriele, con la tenuta dell’esercito su cui spicca lo stemma delle comunicazioni, convince Giuseppe ad accettare Maria con il bambino.
Il Cristo nasce tra zolle di sabbia e terre bagnate, piange come ogni neonato, è biondo come mai sarà. Maria lo tiene in braccio, Giuseppe inizia un’esistenza di torpore e poco altro, intontito dalla solennità che il destino impone.
I Magi accorrono da paesi lontani mentre Erode mastica amaro la vendetta contro il figlio di un Dio che lui non vede.
I Magi portano cesti e niente più al cospetto del santo bambino.
L’Arcangelo soldato avverte Giuseppe e Maria che Erode vuole uccidere l’infante. I tre si avviano verso la terra d’Egitto.
Bambolotti lanciati in aria simboleggiano la strage degli innocenti, di chi è innocente e muore, mentre chi vive l’innocenza perderà.
Erode trapassa tra stenti e dolori assistito da tre monaci con cappelli a punta e poco ancora.
Il Battista bagna le teste a chi le mette sotto, sparge la parola del Signore sotto forma d’acqua limpida. Ma d’improvviso appare il Cristo, con capelli neri e lunghi, la giacca elegante su una maglia che riproduce il costato ancora intatto. I pantaloni scendono allargandosi alla caviglia. Le scarpe alte come la sua moralità.
Dall’avvento del Cristo in poi la storia perde le certezze e va incontro alle incognite della vita che non sarà mai eterna.
Il figlio di Dio vaga in un paesaggio bianco, dove viene preso in consegna da Maria che lo riporta nei luoghi dell’infanzia.
Inizia un viatico che lo conduce al cospetto di un demonio dalle fattezze villiche, un diavolo che lo istiga alla pioggia in un cielo troppo limpido, un Satana che vorrebbe sangue a piovere dal cielo. Ma Cristo non cede e dà sfoggio d’intensa attività miracolare guarendo persone con problemi percettivi, disperati che non hanno nulla, gruppi di esseri incastrati tra i problemi della vita madre. Il figlio dell’uomo guarisce chi è afflitto dalle deviazioni della mente. Di tanto in tanto viene infastidito dal diavolo, che lo sollazza con richieste vane. Tra un miracolo e l’altro il Redentore si affanna in un lavoro in legno che nel tempo darà il frutto della croce. Si costruisce la croce da solo sotto gli occhi amorevoli della Madonna. Spesso crolla esausto nella fibra e nel volere sulle ginocchia di Maria, trafitta dal dolore: si affloscia afflitto e caracolla come pasta frolla. La composizione dell’immagine rimanda a ogni scena scultorea e pittorica che abbia a che fare con la deposizione dal sepolcro. Le ginocchia di Maria sono la strada più comoda per gridare al mondo che nella parola e nei significati non c’è più futuro, che non saranno i concetti a renderci migliori ma la qualità delle urla verso il cielo.
Passa Lazzaro che cammina incessante. Un giorno stramazza a terra vinto dalla stanchezza delle membra. Ma al comando dell’Arcangelo tornerà ritto in piedi a pendolare.
L’acqua si fa vino fino ad alleviare la sconfitta.
I pani fanno anche da pesci: c’è cosi poco da sprecare.
E il lavoro della croce procede incessante tra i sorrisi perversi di Maria che capisce come andrà a finire.
Per arrivare a una Via Crucis più lunga del tormento umano, con il Salvatore che non riesce neppure a tutelar se stesso. Mari percorsi con la Passione sulla groppa, pianti di Maria trattenuti a stento nella gola.
E poi la croce, ove salire per non scendere più. E trovare quel sollievo a lui negato.