Amistade

mario fine04

(2021)

Una contaminazione di: Flavia Mastrella, Antonio Rezza sfuggita dalle labbra di Dori Ghezzi

con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista e con la presenza straordinaria di Fabrizio De André

(mai) scritto da Antonio Rezza
habitat Flavia Mastrella

montaggio: Barbara Faonio

assistente alla creazione per Fratto_X: Massimo Camilli

luci e tecnica: Alice Mollica

progetto video mapping e suono: Giacomo Sanna e Pietro Soru

video e audio: Giorgia Mascia e Alessandro Pulloni

macchinista: Eughenij Razzeca 

organizzazione: Tamara Viola, Simona Loi e Stefania Saltarelli

produzione: Sardegna Teatro Mixed Reality, RezzaMastrella

in collaborazione con: Fondazione Fabrizio De André, Teatro Vascello di Roma, Fondazione Sardegna Film Commission, Fondazione di Sardegna

ufficio stampa Chiara Crupi – Artinconnessione

con estratti di: FRATTO_X di RezzaMastrella

Materiale Teche Rai su licenza di Rai Com S.p.A. 

Amistade è una storia a due voci, quella di Fabrizio De André, registrata durante i concerti, e quella live di Antonio Rezza. Tutto si svolge nell’habitat materico – visuale di Flavia Mastrella contaminato da frammenti di videoproiezioni e mapping. Insieme a Rezza in scena c’è Ivan Bellavista.

Una situazione idilliaca viene interrotta da un gesto violento. Il condizionamento è la problematica che affronta lo spettacolo; la voce e il movimento si alternano agli editti di Fabrizio De André, una voce dal passato che apre la continuità con il nostro presente fatto di abusi e veicolazioni di massa straordinariamente efficaci.

La storia

Il telecomandato gira in cerchio: la spensieratezza non ha luogo ma gorgheggia. Entra la ferraglia con la pelle appesa. E con la voce forte. Si gira e se ne va. Fabrizio De André urla da lontano parole piene d’eco. La ferraglia torna e poi va via. L’eco ammutolisce. Un taxi perduto è un lamento mancato, disperazione in cerchio con autocritica fasulla, vittimismo di regime, modestia tiranna e tirannia del consueto. Tutto ciò che si assomiglia va al potere. E Rocco e Rita a fare uno il verso non dell’altro ma dell’uno. A imitar se stessi c’è sempre da imparare. Ma chi imita se stesso è la cancrena nell’orecchio di chi ascolta. E marcisce l’ambizione. L’ansia non è uno stato d’animo ma un errore posturale. Forma e demenza non viaggiano mai sole. La cultura è fatta a pezzi da chi ama sceneggiare. E poi la voce di uno fa parlare l’altro che muove la bocca per sentito dire. E si lamenta del suo poco parlare con la voce che lo fa parlare. Litiga con la voce che lo tiene al mondo. Rarefatta dalla santità, Rita da Cascia oltraggia la provenienza, si ama non per sentimento ma per residenza: siamo sotto un fratto che uccide, nel presente e nel passato si muore per eccessiva semplificazione. Sindoni a confronto con cartoni animati redentori. Guerrieri di ritorno da niente e specchi carnefici a mettere parole in bocca allo specchiato.

Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce?
Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda?
Due persone discorrono sull’esistenza.
Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne ha la certezza.
La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura, è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi siamo pronti a regnare. Bisognerebbe morire appena un po’ di più.

Antonio Rezza

 

L’habitat di AMISTADE 

FRATTO_X contaminato da video interventi.
Scie luminose si materializzano con l’inquietante delicatezza dei fiori visti da vicino. Fratto_X è un ideogramma, che insegue la leggera freschezza vibrante del tratto e il colore saturo dell’immagine in 3d. Una distesa di pelle calda organizza figure antropomorfe, sommerse dalla carne e dalla carnalità, vittime disponibili alla persuasione di massa.
L’inutilità permea e comprime i personaggi che si affacciano da un divieto X. La Sedia, mezzo mutante color azzurro, pelle e ruggine, è presa in prestito dal teatro di narrazione.
Il Telecomandato geneticamente alterato e il Miracolo dell’urbanizzazione sono sculture mobili dipendenti.
La carcassa del guerriero viene riproposta come presenza epica solo nella forma e nell’atteggiamento. Le videoproiezioni si intrufolano Nell’Habitat raccontando storie senza voce.

Flavia Mastrella